Nuova Dacia Duster

Meno di un minuto (54 sec) è il tempo necessario per vedere una Dacia uscire dalla catena di montaggio a Pitesti-Romania. Questa cadenza è possibile grazie al progresso tecnologico di Global Access, un programma che il Gruppo Renault ha avviato nel 2004, all’epoca con Logan. Dopo di che abbiamo già attraversato gli anni ‘bui’ della tanto decantata crisi, abbiamo visto l’arrivo del SUV per i attenti al budget e ora, l’opportunità di incontrare il rinnovamento Duster, che continua a declinare in diversi livelli di equipaggiamento e scelte di trazione.

Nell’equipaggiamento troviamo l’Essential, il Comfort e il Prestige, mentre nelle abilità motorie ci sono ancora le scelte 4×2 e 4×4, con il primo intelaiato in classe 1 e il 4×4 in classe 2, quest’ultimo con o senza corsia verde. Nella classificazione di sicurezza Euro NCAP non ci sono cambiamenti, in un’auto dove i prezzi opzionali sono nell’ordine delle centinaia di euro.

 

Dall’esterno, Duster presenta nuove caratteristiche appena percettibili, come l’area vetrata laterale più piccola o l’inclinazione del parabrezza, che contrastano con il nuovo paraurti anteriore e i gruppi ottici anteriori e posteriori. Sebbene ci sia una differenza di 02 mm nella distanza tra le corsie, la lunghezza dei Duster è pari a 4.341 mm, con il 4×4 più alto di 11 mm. Gli angoli di entrata sono uguali, mentre l’angolo di uscita del 4×4 ha 1º in meno del 4×2. Con una buona accessibilità, questo SUV garantisce buoni livelli di abitabilità, con il vano bagagli che fornisce 445 litri di capacità, regolabile fino a 1.623 litri abbattendo i sedili posteriori (411/376 e 1.614/1.559 litri nel 4X4 con o senza ruota di scorta). 90,0 € per tutta la gamma). Per quanto riguarda il peso rimorchiabile con i freni, raggiunge i 1.500 kg, valore che riteniamo buono per questo modello, le cui tare si aggirano intorno a questi valori. Sono 1.366 kg per il 4×2 e 1.427 kg per il 4×4.

Entrando nella cabina di Duster, abbiamo notato alcuni cambiamenti estetici. Nonostante la qualità dei materiali compositi (detti anche plastiche) non sia nettamente cambiata, c’è stato un notevole miglioramento nelle rifiniture, nell’ergonomia dei comandi e nella disposizione delle informazioni, sia sul quadro strumenti che sul display centrale dal quale è delle manovre di retromarcia, dei comandi audio, delle impostazioni del veicolo e della navigazione. Sul 4×4 permette inoltre di visualizzare un inclinometro e la sua pendenza, orientamento geografico e inclinazione laterale. I nuovi comandi del clima consentono una gestione più intuitiva.

 

Ai comandi, la prima impressione ha a che fare con la raffinatezza al volante. Durante la guida, le sensazioni mostrano morbidezza e precisione, in un’auto che offre un livello soddisfacente di comfort di rotolamento e una buona prestazione dinamica ottenuta attraverso sospensioni e freni. Senza gli standard di altri modelli del Gruppo, davanti ai quali si presenta ad un prezzo inferiore, il Duster meritava una migliore insonorizzazione, soprattutto quando si utilizza Diesel sopra i 3.000 giri. Vero è che sopra i 1.800~2.000 giri si può già ottenere un piacevole utilizzo di 110 CV, ben scalati nei sei rapporti di trasmissione manuale. Per quanto riguarda i consumi, questi sono abbastanza moderati, soprattutto se pensiamo al peso di Duster. In un breve contatto al volante e nella versione 4×2 abbiamo ottenuto 4,6 litri/100 km alla media di 51,9 km/h sul consueto percorso misto (AE+EN+Urbano). Nel 4×4 e poiché abbiamo utilizzato un altro tipo di utilizzo, il consumo è stato di 4,9 a una media di 27,0 km/h, che si traduce in una guida più urbana e fuoristrada, dove abbiamo potuto valutare le potenzialità della versione 4 ×4, le cui accelerazioni e ripetizioni sono leggermente diverse da quelle del 4×2. Per ottenere la trazione integrale basta girare una manopola posta tra i sedili, dove abbiamo trovato anche il selettore dell’acceleratore automatico e il limitatore di velocità.

Caratteristiche tecniche